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from Elisa - Diari Aperti (Segreti Svelati) (2019) | |||||
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from Paolo Conte - Zazzarazàz - Uno Spettacolo D'arte Varia (Deluxe) (2017) | |||||
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from Sei mai stata sulla luna? (Original Soundtrack) (달에 가본 적이 있나요) [ost] (2015) | |||||
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from Piovani Cantabile by Nicola Piovani [single, ost] (2013) | |||||
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole
mentre il mondo sta girando senza fretta Irene al quarto piano e li tranquilla che si guarda nello specchio e accende un'altra sigaretta e Lili Marlene bella piu che mai sorride e non ti dice la sua eta ma tutto questo Alice non lo sa Ma io non ci sto piu grido lo sposo e poi tutti pensarono dietro ai cappelli "lo sposo e impazzito oppure ha bevuto" ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa non e cosi che se ne andra Alice guarda i gatti e i gatti muoiono nel sole mentre il sole a poco a poco si avvicina e Cesare perduto nella pioggia sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina e rimane li a bagnarsi ancora un po' e il tram di mezzanotte se ne va ma tutto questo Alice non lo sa E io non ci sto piu e i pazzi siete voi... Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole mentre il sole fa l'amore con la luna e il mendicante arabo ha un cancro nel cappello ma e convinto che sia un portafortuna non ti chiede mai pane o carita e un posto per dormire non ce l'ha ma tutto questo Alice non lo sa "Ma io non ci sto piu" grido lo sposo e poi tutti pensarono dietro ai cappelli "lo sposo e impazzito oppure ha bevuto" ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa non e cosi che se ne andra |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
Belli capelli,
capelli neri, che t'ho aspettata tutta notte e tu chissa dov'eri, capelli lunghi che arrivavano fino al mare, belli capelli che nessuno li puo tagliare. Belli capelli, capelli d'oro, che in mezzo a tutta quanta quella gente mi sentivo solo, capelli d'oro che sei partita e chi lo sa se torni, belli capelli che ti coprivano tutti i giorni. Capelli lunghi come autostrade la mattina sopra il tuo cuscino, che quando tira vento diventano i capelli di un ragazzino, capelli cosi lontani che nessuno li puo vedere, capelli cosi sottili che basta niente che li fai cadere. Belli capelli, capelli bianchi, che si fermarono a una fontana a pettinare gli anni, capelli stanchi, dentro allo specchio di un bicchiere di vino, belli capelli, che stanotte e notte, ma verra mattino. |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
Le donne vanno e vengono
nel porto di Buenos Aires, hanno le ali ai piedi, ai piedi per volare, hanno le ali al cuore, al cuore per camminare. Le donne vanno e vengono nel porto di Buenos Aires. Amore ragazzino, amore volato via, ho messo il tuo cappello per farmi compagnia. Ho messo il tuo cappello per non sentirmi sola. Ho avuto un altro uomo ma pero ti aspetto ancora, ho avuto un altro uomo ma pero ti aspetto ancora. Le donne vanno e vengono nelle case di Buenos Aires, hanno le chiavi in mano, le chiavi per provare. Hanno le gambe lunghe e dolci, le gambe per amare. Le donne si sorridono nelle case di Buenos Aires. Amore dimenticato, amore con la pistola, chissa dove sei stato e chissa dove sei ora, amore da ringraziare e da tenersi stretto, amore da guardare e da portare a letto, amore da guardare e da portare a letto. Le donne vanno e vengono sul corso di Buenos Aires, fiori tra le dita, fiori da regalare, matita sotto gli occhi, occhi da incatenare, le donne si organizzano sul corso di Buenos Aires. Amore interminabile, amore di poche ore, entra dalla finestra e senza far rumore, amore di mezzanotte, amore con gli occhi belli, entra dalla finestra e scioglimi i capelli, entra dalla finestra e scioglimi i capelli. |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
Buonanotte, buonanotte amore mio
buonanotte tra il telefono e il cielo ti ringrazio per avermi stupito e per avermi giurato che e vero il granturco nei campi e maturo ed ho tanto bisogno di te la coperta e gelata e l'estate e finita buonanotte, questa notte e per te Buonanotte, buonanotte fiorellino buonanotte tra le stelle e la stanza per sognarti devo averti vicino e vicino non e ancora abbastanza ora un raggio di sole si e fermato proprio sopra il mio biglietto scaduto tra i tuoi fiocchi di neve e le tue foglie di te buonanotte, questa notte e per te Buonanotte, buonanotte monetina buonanotte tra il mare e la pioggia la tristezza passera domattina e l'anello restera sulla spiaggia gli uccellini nel vento non si fanno mai male hanno ali piu grandi di me e dall'alba al tramonto sono soli nel sole buonanotte, questa notte e per te |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
Poi arrivo il mattino
e col mattino un angelo e quell'angelo eri tu, con due spalle uccellino in un vestito troppo piccolo e con gli occhi ancora blu. E la chitarra veramente la suonavi molto male, pero quando cantavi sembrava Carnevale, e una bottiglia ci bastava per un pomeriggio intero, a raccontarlo oggi non sembra neanche vero. E la vita Caterina, lo sai, non e comoda per nessuno, quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo. Devi rischiare la notte, il vino e la malinconia, la solitudine e le valigie di un amore che vola via. E cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo e non ti bastano per piangere le lacrime di tutto il mondo. Chissa se in quei momenti ti ricordi della mia faccia, quando la notte scende e ti si gelano le braccia. Ma se soltanto per un attimo potessi averti accanto forse non ti direi niente ma ti guarderei soltanto. Chissa se giochi ancora con i riccioli sull'orecchio o se guardandomi negli occhi mi troveresti un po' piu vecchio. E quanti mascalzoni hai conosciuto e quante volte hai chiesto aiuto, ma non ti e servito a niente. Caterina questa tua canzone la vorrei veder volare sopra i tetti di Firenze per poterti conquistare. |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006) | |||||
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
Ieri ho incontrato la mia formica,
mi ha detto che sono pazzo. Io, con occhiaie profonde e un principio di intossicazione. Io non ricordo che occhi avevi, io non ricordo che occhi avevi l'ultima volta che ti ho insultato, l'ultima volta che ti ho lasciato, ma io sono stato, io sono stato, io sono stato dove tu mai. Dolce amore del Bahia, dolce amore del Bahia. Io, con le mani di giunco e la mia verginita. Io non ricordo che occhi avevi, io non ricordo che occhi avevi l'ultima volta che ti ho insultato, l'ultima volta che ti ho bloccato. Ma io sono stato, io sono stato dove tu mai. Ieri ho incontrato la mia formica, diceva che ero pazzo. Io, pazzo solo per gioco, o per niente e per nessuno. Io non ricordo che occhi avevi. Io non ricordo che occhi avevi l'ultima volta che ti ho insultato, l'ultima volta che ti ho incastrato, ma io sono stato, io sono stato dove tu mai. |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
Ecco stasera mi piace cosi
con queste stelle appiccicate al cielo la lama del coltello nascosta nello stivale e il tuo sorriso trentadue perle cosi disse il ragazzo nella mia vita non ho mai avuto fame e non ricordo sete di acqua o di vino ho sempre corso libero, felice come un cane. Tra la campagna e la periferia e chissa da dove venivano i miei dalla Sicilia o dall'Ungheria avevano occhi veloci come il vento leggevano la musica leggevano la musica nel firmamento Rispose la ragazza ho tredici anni trentadue perle nella notte e se potessi ti sposerei per avere dei figli con le scarpe rotte girerebbero questa ed altre citta questa ed altre citta a costruire giostre e a vagabondare ma adesso e tardi anche per chiaccherare. E due zingari stavano appoggiati alla notte forse mano nella mano e si tenevano negli occhi aspettavano il sole del giorno dopo senza guardare niente sull'autostrada accanto al campo le macchine passano velocemente e gli autotreni mangiano chilometri sicuramente vanno molto lontano gli autisti si fermano e poi ripartono dicono c'e nebbia, bisogna andare piano si lasciano dietro un sogno metropolitano. |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
Buttero questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno
giuro che lo faro e oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volero Quando la donna cannone d'oro e d'argento diventera senza passare per la stazione l'ultimo treno prendera. In faccia ai maligni e ai superbi il mio nome scintillera dalle porte della notte il giorno si blocchera un applauso del pubblico pagante lo sottolineera e dalla bocca del cannone una canzone suonera. E con le mani amore per le mani ti prendero e senza dire parole nel mio cuore ti portero. E non avro paura se non saro bella come dici tu ma voleremo in cielo in carne e ossa non torneremo piu. E senza fame senza sete e senza ali senza rete voleremo via. Cosi la donna cannone quell'enorme mistero volo tutta sola verso un cielo nero nero s'incammino. Tutti chiusero gli occhi nell'attimo esatto in cui spari altri giurarono e spergiurarono che non erano mai stati li. E con le mani amore per le mani ti prendero e senza dire parole nel mio cuore ti portero. E non avro' paura se non saro bella come vuoi tu ma voleremo in cielo in carne e ossa non torneremo piu. E senza fame senza sete e senza aria senza rete voleremo via. |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
In fondo non importa che i tuoi salti siano molti,
e che molti con un soffio spegneranno la candela e in fondo tu gia sai che domani e un giorno lungo e che un altro verra a dirti il tuo amore e i tuoi pensieri. E tu lo seguirai come fosse uno sparviero, pauroso dell'orgoglio, della sua fragilita. E tu stringi intorno ai fianchi il tuo filo di aquilone, la tua strada e molto lunga, forse non la seguiro. E io vedo sulla porta i tuoi capelli troppo fini, la tua strada e molto vecchia, forse non la seguiro. Tu cammini accanto all'onda, so che andrai cosi lontano e un bambino senza volto si innamorera di te. E ci sono molte pietre sul cammino di Maria e sei tu che le raccogli e le porti oltre la sponda e tu dici a chi ti incontra che la notte e molto fredda e se lui ti sfiora il braccio tu sorridi e te ne vai. E lui chiama per sapere il tuo nome, la tua storia, e tu dici non importa ma se vuoi ti sposero. E lui e solo un disertore, lui e solo un fuggitivo, il suo corpo e una bandiera, il suo corpo e una canzone. E tu stringi intorno ai fianchi il tuo filo di acquilone e lui fumera il ricordo e non seguira il tuo treno e gli dai una vecchia copia di un romanzo di Delly e richiudi la sua porta, il suo oroscopo e scaduto. |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
C'e la luna sui tetti
e c'e la notte per strada le ragazze ritornano in tram ci scommetto che nevica, tra due giorni Natale ci scommetto dal freddo che fa. E da dietro la porta sento uno che sale ma si ferma due piani piu giu un peccato davvero ma io gia lo sapevo che comunque non potevi esser tu. E tu scrivimi, scrivimi se ti viene la voglia e raccontami quello che fai se cammini nel mattino e ti addormenti di sera e se dormi, che dormi e che sogni che fai. E tu scrivimi, scrivimi per il bene che conti per i conti che non tornano mai se ti scappa un sorriso e ti si ferma sul viso quell'allegra tristezza che ci hai. Qui la gente va veloce ed il tempo corre piano come un treno dentro a una galleria tra due giorni e Natale e non va bene e non va male buonanotte torna presto e cosi sia. E tu scrivimi, scrivimi se ti viene la voglia e raccontami quello che fai se cammini nel mattino e ti addormenti di sera e se dormi, che dormi e che sogni che fai. |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006) | |||||
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
Gli aerei stanno al cielo,
come le navi al mare come il sole all'orizzonte la sera, come e vero che non voglio tornare a una stanza vuota e tranquilla dove aspetto un amore lontano e mi pettino i pensieri col bicchiere nella mano. Chi di voi l'ha vista partire, dica pure che stracciona era quanto vento aveva nei capelli, se rideva o se piangeva la mattina che prese il treno, e seduta accanto al finestrino vide passare l'Italia ai suoi piedi, giocando a carte col suo destino. Ora i tempi si sa che cambiano, passano e tornano tristezza e amore da qualche parte c'e una casa piu calda sicuramente esiste un uomo migliore io nel frattempo ho scritto altre canzoni, di lei parlano raramente ma non e vero che io l'abbia perduta, dimenticata come dice la gente. |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
E qualcosa rimane,
fra le pagine chiare e le pagine scure, e cancello il tuo nome dalla mia facciata e confondo i miei alibi e le tue ragioni, i miei alibi e le tue ragioni. Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente ma e uno zingaro e un trucco. E un futuro invadente, fossi stato un po' piu giovane, l'avrei distrutto con la fantasia, l'avrei stracciato con la fantasia. Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo e la mia faccia sovrapporla a quella di chissa chi altro ancora. I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo, li puoi nascondere o giocare come vuoi o farli rimanere buoni amici come noi. Santa voglia di vivere e dolce Venere di Rimmel. Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi se per caso avevi ancora quella foto in cui tu sorridevi e non guardavi. Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona e quando io, senza capire, ho detto si. Hai detto "E' tutto quel che hai di me". E tutto quel che ho di te. Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo e la mia faccia sovrapporla a quella di chissa chi altro ancora. I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo, li puoi nascondere o giocare come vuoi o farli rimanere buoni amici come noi. |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
E facile per me vederti ancora,
accanto ai nostri fiori e al nostro vino. Le labbra un po' socchiuse e un'aria troppo ingenua, e facile per me pensare che eri strana. E che te ne sei andata perche l'ho voluto io, ma dove sei stanotte amore mio. Ho visto un grande ponte in riva a un grande mare, se uno lo attraversa non puo piu ritornare. Un cieco mi ha strillato di averti vista li ma io non posso credere che fossi proprio tu. Dobbiamo bere ancora, insieme tu ed io, ma dove sei stanotte amore mio. Seduto a un'osteria, un efebo sospetto, beveva vino rosso sporcandosi il colletto, ma mi hanno confidato che era Rodolfo Valentino. Voleva ritrovarti ubriacandosi di vino, ma l'han buttato fuori perche non credeva in Dio, ma dove sei stanotte amore mio. |
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from Francesco De Gregori - Le Canzoni D'Amore (2006)
Nata sono nata
nell'Africa d'Italia, in qualche posto e in qualche modo sono pure cresciuta. Non c'erano chitarre ai miei tempi, non c'erano chitarre da suonare ma fili d'erba quanti ne volevi tu da strappare e poi soffiare. E si la notte, ti potevi fidanzare con la luce dei treni che fischiavano lontano. Probabilmente comincio con la corriera e con la ferrovia, un uomo chiuse lo sportello e la campagna volo via. Avevi unghie laccate sopra mani da contadina e due orecchini di corallo di quand'eri ragazzina. E ti leggevi i libri che parlavono solo d'amore e poi chissa che altro avevi dentro al cuore. E un anno passa e un anno vola e un anno cambia faccia e una citta che muore, che protegge e che minaccia. E un uomo con il cappello che ti accompagna alla fermata e tu che prendi la sua mano e pensi adesso si che sono innamorata. E non importa niente se capisci che non era vero, c'e sempre tempo per un'altra mano e per un sogno ancora intero. Prendila come viene, prendila come vuoi, non t'impicciare piu della tua vita che non sono affari tuoi. Prendila come viene, prendila come va, stella stellina, stella cadente, stella, stella. |
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from Francesco De Gregori - Bufalo Bill (2005)
Lui adesso vive ad Atlantide
con un cappello pieno di ricordi ha la faccia di uno che ha capito e anche un principio di tristezza in fondo all'anima nasconde sotto il letto barattoli di birra disperata e a volte ritiene di essere un eroe Lui adesso vive in California da 7 anni sotto una veranda ad aspettare le nuvole e diventato un grosso suonatore di chitarre e stravede per una donna chiamata Lisa quando le dice tu sei quella con cui vivere gli si forma una ruga sulla guancia sinistra Lui adesso vive nel terzo raggio dove ha imparato a non fare piu domande del tipo conoscete per caso una ragazza di Roma la cui faccia ricorda il crollo di una diga? io la incontrai un giorno ed imparai il suo nome ma mi porto lontano il vizio dell'amore E cosi pensava l'uomo di passaggio mentre volava alto sul cielo di Napoli rubatele pure i soldi rubatele anche i ricordi ma lasciatele sempre la sua dolce curiosita ditele che l'ho perduta quando l'ho capita ditele che la perdono per averla tradita. |
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from Francesco De Gregori - Bufalo Bill (2005)
Il paese era molto giovane,
i soldati a cavallo erano la sua difesa. Il verde brillante della prateria dimostrava in maniera lampante l'esistenza di Dio, del Dio che progetta la frontiera e costruisce la ferrovia. A quel tempo io ero un ragazzo che giocava a ramino, fischiava alle donne. Credulone e romantico, con due baffi da uomo. Se avessi potuto scegliere fra la vita e la morte, fra la vita e la morte, avrei scelto l'America. Tra bufalo e locomotiva la differenza salta agli occhi: la locomotiva ha la strada segnata, il bufalo puo scartare di lato e cadere. Questo decise la sorte del bufalo, l'avvenire dei miei baffi e il mio mestiere. Ora ti voglio dire: c'e chi uccide per rubare e c'e chi uccide per amore, il cacciatore uccide sempre per giocare, io uccidevo per essere il migliore. Mio padre guardiano di mucche, mia madre una contadina. Io, unico figlio biondo quasi come Gesu, avevo pochi anni e vent'anni sembran pochi, poi ti volti a guardarli e non li trovi piu. E mi ricordo infatti di un pomeriggio triste, io, col mio amico 'Culo di gomma', famoso meccanico, sul ciglio di una strada a contemplare l'America, diminuzione dei cavalli, aumento dell'ottimismo. Mi presentarono i miei cinquant'anni e un contratto col circo "Pacebbeene" a girare l'Europa. E firmai, col mio nome e firmai, e il mio nome era Bufalo Bill. |
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from Francesco De Gregori - Bufalo Bill (2005) | |||||
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from Francesco De Gregori - Bufalo Bill (2005)
Nella la citta dei fiori disse chi lo vide passare
che forse aveva bevuto troppo ma per lui era normale. Qualcuno penso fu problema di donne, un altro disse proprio come Marylin Monroe. Lo portarono via in duecento, peccato fosse solo quando se ne ando. La notte che presero il vino e ci lavarono la strada. Chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada? E l'uomo della televisione disse: "Nessuna lacrima vada sprecata, in fin dei conti cosa c'e di piu bello della vita, la primavera e quasi cominciata". Qualcuno ricordo che aveva dei debiti, mormoro sottobanco che quello era il motivo. Era pieno di tranquillanti, ma non era un ragazzo cattivo. La notte che presero le sue mani e le usarono per un applauso piu forte. Chi ha ucciso il piccolo principe che non credeva nella morte? E lontano lontano si puo dire di tutto, non che il silenzio non sia stato osservato. L'inviato della pagina musicale scrisse: "Tutto e stato pagato". Si ritrovarono dietro il palco, con gli occhi sudati e le mani in tasca, tutti dicevano "Io sono stato suo padre!", purche lo spettacolo non finisca. La notte che tutti andarono a cena e canticchiarono "La vie en rose". Chi ha ucciso il figlio della portiera, che aveva fretta e che non si fermo? E cosi fu la fine del gioco, con gli amici venuti da lontano, a deporre una rosa sulla cronaca nera, a chiudere un occhio, a stringere una mano. Alcuni lo ricordano ancora mentre accende una sigaretta, altri ne hanno fatto un monumento per dimenticare un po piu in fretta. La notte che presero il vino e ci lavarono la strada. Chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada? |
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from Francesco De Gregori - Bufalo Bill (2005)
Giovane esploratore Tobia,
quindici anni a Settembre, pressapoco un bambino. Scrive il suo nome nella grotta del bue marino, con la sua strana calligrafia, giovane esploratore Tobia. Giovane esploratore Tobia, nato da un padre d'acciaio e da una madre distratta. Alle spalle un'infanzia igienicamente perfetta, morbillo, tristezza e nessun'altra malattia, giovane esploratore Tobia. Giovane esploratore Tobia, parte per la gita scolastica e non sa che fare. Gira la testa e vede un vagone bruciare, tira l'allarme e salva la ferrovia, giovane esploratore Tobia. |
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from Francesco De Gregori - Bufalo Bill (2005)
La cucina era vuota, il bicchiere a meta,
l'uomo guardava serio il muro e poi seguiva il fumo che saliva lento verso la lampadina. La stagione era quasi finita, l'uomo pensava "Questa e casa mia". Nella stanza del letto, la donna grassa e nervosa, sfogliava un giornale a colori: la vita di una donna, bionda, famosa e ricca, con qualche anno in meno. Qualche anno di meno, penso, e lei somiglierebbe a me. E il tempo passa come una colomba sulla casa dell'uomo e della donna. Dentro una citta pulita e violenta la donna partori una stella e la chiamo Carmela, figlia di suo padre e sua madre, fiocco rosa da crescere in fretta. Rideva quasi sempre e piangere non piangeva, mai. |
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from Francesco De Gregori - Bufalo Bill (2005) | |||||
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from Francesco De Gregori - Bufalo Bill (2005)
La notte si annunciava chiara,
la sera era serena, la gente nel cinema assisteva seria al magico "Quattro per quattro" del circo di Brema. Nel cielo all'improvviso si apri un lampo, la pellicola di colpo si spezzo e apparve all'improvviso sullo schermo un pellegrino vestito di Schifon. E il silenzio piombo come un veleno e tutti cominciarono a pregare, levato il piccolo Ninetto scemo che continuo a giocare. Con una mano dentro ai pantaloni e un piede leggermente sollevato urlo nel cinema la sua domanda: "Chi e che ti ha mandato?". E il pellegrino si guardo le unghie e disse: "Cosi sia, facciamo presto, chi mi manda non parla questa lingua e non importa che sappiate il resto. E troppo tempo che cammino, vengo dalla montagna e vado al mare, e troppo tempo che cammino e questa sera mi vorrei fermare". E tre angeli nella notte, con le catene sotto il giaccone, facevano la guardia al ministero come rondini sul balcone. E nella notte, alle loro spalle, le loro voci diventavano fumo. Qualcuno cominciava ad aver paura, ma non parlava nessuno. E sotto un fondale di stelle gli impiegati della compagnia rubarono tutta la frutta dagli alberi e la portarono via. |
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from Francesco De Gregori - Bufalo Bill (2005)
Santa Lucia, per tutti quelli che hanno occhi
e un cuore che non basta agli occhi e per la tranquillita di chi va per mare e per ogni lacrima sul tuo vestito, per chi non ha capito. Santa Lucia per chi beve di notte e di notte muore e di notte legge e cade sul suo ultimo metro, per gli amici che vanno e ritornano indietro e hanno perduto l'anima e le ali. Per chi vive all'incrocio dei venti ed e bruciato vivo, per le persone facili che non hanno dubbi mai, per la nostra corona di stelle e di spine, per la nostra paura del buio e della fantasia. Santa Lucia, il violino dei poveri e una barca sfondata e un ragazzino al secondo piano che canta, ride e stona perche vada lontano, fa che gli sia dolce anche la pioggia nelle scarpe, anche la solitudine. |
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from Francesco De Gregori - Bufalo Bill (2005)
Che tipo d'uomo legge oggi il Vangelo,
che t'hanno fatto agli occhi, Gesu Maria. Terza domanda: "Quanti hanno ho sotto il cielo e quante mosche ho torturato nella mia infanzia buona e cattiva?". Prima di diventare uno di loro quanto ci ho messo, quanta rabbia e quanto sesso dietro ai vetri. Discutevano in quattro in un tramonto italiano, di politica, estetica e matematica. Le loro sigarette tiravano il fumo al mulino e all'improvviso un'esplosione da lontano. Ed era l'ultima guerra e il primo amore, miti, tranquilizzanti, forse droghe pesanti o mani pietose che chiudono gli occhi. E adesso dimmi quando finira la guerra, e adesso dimmi quando finira la guerra, e adesso per favore dimmi quando finira la guerra, sono stufo di stare nella mia trincea di lusso. E a questo punto i tre quarti del pubblico cominciarono a fischiare, a gridare: "Ogni cosa a suo posto, quest'uomo e nel posto sbagliato!". Ed io vi ho solamente raccontato senza niente inventare, l'ultimo discorso registrato dell'uomo che voleva parlare, dell'uomo che voleva parlare. |
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4:17 | ||||
from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
Mia madre aspetta l'autobus,
nell'estate cominciata da poco e il mattino la veste di bianco. E la gente che legge i giornali sta parlando dell'uomo coi baffi, l'altro ieri e arrivato a Parigi. E la gente cammina eccitata, sta ridendo e pensando al domani, partiranno con gioia anche loro. I soldati bevono birra e corteggiano donne francesi. Non e vero che siano diverse. Cosa importa se sono lontani dai cortili che li hanno cresciuti, oramai questa terra e loro. E cantando, attraversano il ponte che fra un poco faranno saltare ed il... |
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3:45 | ||||
from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole
mentre il mondo sta girando senza fretta Irene al quarto piano e li tranquilla che si guarda nello specchio e accende un'altra sigaretta e Lili Marlene bella piu che mai sorride e non ti dice la sua eta ma tutto questo Alice non lo sa Ma io non ci sto piu grido lo sposo e poi tutti pensarono dietro ai cappelli "lo sposo e impazzito oppure ha bevuto" ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa non e cosi che se ne andra Alice guarda i gatti e i gatti muoiono nel sole mentre il sole a poco a poco si avvicina e Cesare perduto nella pioggia sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina e rimane li a bagnarsi ancora un po' e il tram di mezzanotte se ne va ma tutto questo Alice non lo sa E io non ci sto piu e i pazzi siete voi... Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole mentre il sole fa l'amore con la luna e il mendicante arabo ha un cancro nel cappello ma e convinto che sia un portafortuna non ti chiede mai pane o carita e un posto per dormire non ce l'ha ma tutto questo Alice non lo sa "Ma io non ci sto piu" grido lo sposo e poi tutti pensarono dietro ai cappelli "lo sposo e impazzito oppure ha bevuto" ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa non e cosi che se ne andra |
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3:54 | ||||
from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
Ho visto torri alte e un Paradiso
Crescere sopra isole deserte Dov'eri tu quando parlavo tanto Ed ero solo come e una bestemmia Torre d'avorio e pena nella notte Cristallizzata nella tua agonia Dov'eri tu vestito da scolaro Quando dormivo senza avere sonno Dov'eri tu col tuo sorriso onesto Dov'eri tu col tuo vestito hippy E il tuo ospedale per amori infranti Chiusi dentro un cassetto insieme al vino Dov'eri tu col tuo buonumore Tu mi stavi ammazzando Tu mi stavi ammazzando con amore E io dormivo dove era piu freddo Dentro il mio pozzo ormai senza pudore Con il mio cuore stranamente nuovo E mi dicevo adesso si che sto crescendo Invece era soltanto una stazione Certezza necessaria e sufficiente Utile tutt'al piu per affogare Per liberarsi di un vestito stretto Ed indossarne uno un po piu largo Dov'eri tu che mi dicevi sempre "Guarda che bello, come siamo pazzi" Dov'eri tu quando restavo zitto Ed ero ingenuo come era una bestemmia Dov'eri tu con la pace nel cuore Tu mi stavi ammazzando Tu mi stavi ammazzando con amore E adesso guarda ho rotto il mio orologio E ho costruito la mia stanza a specchi E cullo il mio suicidio come un bimbo Che aspetta il giorno che verra Natale E non invidio la tua casa bianca Dove resisterai fino a cent'anni Per finire su un letto di granito Con il conforto della tua coscienza La mani nette e il cuore di cristallo E I cani abbaieranno a mezzavoce Io forse allora non saro piu niente Solo una X nel ciclo dell'azoto Se c'e un inferno mi potra ascoltare Buonanotte fratello Buonanotte fratello con amore |
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2:08 | ||||
from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
I musicanti accordano il violino,
stasera suoneranno sulla luna e non importa niente se la gente del caffe non capira la loro anima. I musicanti non piangono mai. |
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4:25 | ||||
from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
Il ragazzo ha capelli rossi ed occhi blu
Pantaloni corti ed uno strappo proprio li Amici nel quartiere non ne ha E quando va a giocare dove va? Il ragazzo sale molto spesso sopra un albero che sa Sceglie un ramo e cerca il punto esatto dove muore la citta E quasi ora di cena quando viene giu Suo padre ormai non lo capisce piu E con gli occhi dentro il piatto lui Mangia molto ma non parla mai Ha una luce strana dentro agli occhi E qualcuno l'ha chiamata cattiveria Ma poi Chissa la gente che ne sa Chissa la gente che ne sa Dei suoi pensieri sul cuscino, che ne sa Della sua luna in fondo al pozzo, che ne sa Dei suoi segreti e del suo mondo Il ragazzo cresce sempre solo e non si sente solo mai Ha una voglia strana in fondo al cuore che nemmeno lui lo sa Se sia paura o liberta Se sia paura oppure liberta Il ragazzo sale molto spesso sopra un albero che sa Tutto solo sopra un ramo guarda il cielo forse anche piu in la E quasi ora di cena quando viene giu Suo padre ormai non lo capisce piu E con gli occhi dentro il piatto lui Mangia molto ma non parla mai Ha una luce strana dentro agli occhi E qualcuno l'ha chiamata cattiveria Ma poi Chissa la gente che ne sa Chissa la gente che ne sa Dei suoi pensieri sul cuscino, che ne sa Della sua luna in fondo al pozzo, che ne sa Dei suoi segreti e del suo mondo, che ne sa Della sua luna in fondo al pozzo Della sua luna in fondo al pozzo, che ne sa Dei suoi segreti e del suo mondo Dei suoi pensieri sul cuscino, che ne sa Della sua luna in fondo al pozzo, che ne sa |
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from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
Irene alla finestra e tanta gente per la strada,
Irene alla finestra e tanta gente per la strada, il mondo passa accanto a lei e non la sfiora mai. Con le mani aperte, il cuore aperto Irene guarda giu. Irene alla finestra e tanta gente al suo suicidio, Irene alla finestra e tanta gente al suo suicidio, con il telefono staccato, l'anima in liberta. Com'e grande il cielo e com'e piccola una donna, com'e grande il cielo. Ed il traffico sta crescendo mentre il sole se ne va ed Irene sta sognando cose che non sa. Irene alla finestra e tanta gente per la strada, Irene alla finestra e tanta gente per la strada, il mondo passa accanto a lei e non la sfiora mai. Con le mani aperte, il cuore aperto Irene guarda giu. |
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4:40 | ||||
from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
L'ombra di mio padre due volte la mia,
lui camminava e io correvo, sopra il sentiero di aghi di pino, la montagna era verde. Oltre quel monte il confine, oltre il confine chissa, oltre quel monte la casa di Hilde. Io mi ricordo che avevo paura, quando bussammo alla porta, ma lei sorrise e ci disse di entrare, era vestita di bianco. E ci mettemmo seduti ad ascoltare il tramonto, Hilde nel buio suonava la cetra. E nella notte mio padre dormiva, ma io guardavo la luna, dalla finestra potevo toccarla, non era piu alta di me. E il cielo sembrava piu grande ed io mi sentivo gia uomo. Quando la neve scese a coprire la casa di Hilde. Il doganiere aveva un fucile quando ci venne a svegliare, disse a mio padre di alzare le mani e gli frugo nelle tasche. Ma non trovo proprio niente, solo una foto ricordo. Hilde nel buio suonava la cetra. Il doganiere ci strinse la mano e se ne ando desolato, e allora Hilde apri la sua cetra e tiro fuori i diamanti. E insieme bevemmo del vino ma io solo mezzo bicchiere. Quando fu l'alba lasciammo la casa di Hilde. Oltre il confine,con molto dolore, non trovai fiori diversi, ma sulla strada incontrammo una capra che era curiosa di noi. Mio padre le ando piu vicino e lei si lascio catturare, cosi la legammo alla corda e venne con noi. |
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from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
In fondo non importa che i tuoi salti siano molti,
e che molti con un soffio spegneranno la candela e in fondo tu gia sai che domani e un giorno lungo e che un altro verra a dirti il tuo amore e i tuoi pensieri. E tu lo seguirai come fosse uno sparviero, pauroso dell'orgoglio, della sua fragilita. E tu stringi intorno ai fianchi il tuo filo di aquilone, la tua strada e molto lunga, forse non la seguiro. E io vedo sulla porta i tuoi capelli troppo fini, la tua strada e molto vecchia, forse non la seguiro. Tu cammini accanto all'onda, so che andrai cosi lontano e un bambino senza volto si innamorera di te. E ci sono molte pietre sul cammino di Maria e sei tu che le raccogli e le porti oltre la sponda e tu dici a chi ti incontra che la notte e molto fredda e se lui ti sfiora il braccio tu sorridi e te ne vai. E lui chiama per sapere il tuo nome, la tua storia, e tu dici non importa ma se vuoi ti sposero. E lui e solo un disertore, lui e solo un fuggitivo, il suo corpo e una bandiera, il suo corpo e una canzone. E tu stringi intorno ai fianchi il tuo filo di acquilone e lui fumera il ricordo e non seguira il tuo treno e gli dai una vecchia copia di un romanzo di Delly e richiudi la sua porta, il suo oroscopo e scaduto. |
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from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
Cade pioggia, cade neve,
non ho piu la mia virtu, cosa importa quel bambino alla finestra. Il dolore della gente non riguarda la mia eta, chiude gli occhi e per un giorno e sempre festa. Anna e morta, Mario non c'e piu, non hanno piu parole. Le canzoni che scrivevo non le riconosco piu, sono l'ombra di un fantasma che cammina, ma Susanna mi da la mano come prima. Ho dormito troppo a lungo, la montagna era stregata da un poeta che suonava il pianoforte, ho sognato le mie mani che sparivano nel buio mentre Dio me le stringeva un po' piu forte. Quattro porte, quattro verita e ognuno sorrideva, e il palazzo di granito con un uomo che gridava e la luna che sembrava una patata. Ma Susanna non l'ho dimenticata. E Marianna camminava con il sole nei capelli, aggrappata a un Paradiso di stagnola. Ogni uomo che passava ne toccava la sorgente e lasciava la sua anima da sola, e la strada divideva due esistenze parallele, l'orizzonte ne copriva la realta. E Marianna non sapeva cosa fosse veramente quel diamante che stringeva nella mano, mentre il sole la seguiva da lontano. Cade piogga cade neve, chi ha guardato le mie carte sa che forse la mia vita e gia decisa. Lilly Greco non capisce ma che Dio lo benedica, ho un bicchiere e una bistecca e mi diverto. Quattro porte, quattro verita e ognuno sorrideva, e il palazzo di granito con un uomo che gridava e la luna che sembrava una patata. Ma Susanna non l'ho dimenticata. |
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3:22 | ||||
from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
Donna giovane del Vietnam
com'e strano coltivare il mare, quanti fiori ti ha dato gia quanti libri te ne potra dare. Da qui a Saigon la strada e buona. Terra libera, terra nera, quest'autunno cambierai colore, sara il vento e sara la pioggia che cadra senza bagnarti il cuore. Da qui a Saigon la strada e buona. C'e mio figlio che ha occhi grandi quando guarda verso Sud, c'e il tramonto che lo accarezza quando guarda verso Sud. Da qui a Saigon la strada e buona. Cerca il cielo attraverso i rami, cerca il cielo e lo troverai, sole nasce e sole muore ed il cielo non cambia mai. Da qui a Saigon non cambia mai. |
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2:40 | ||||
from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
E facile per me vederti ancora,
accanto ai nostri fiori e al nostro vino. Le labbra un po' socchiuse e un'aria troppo ingenua, e facile per me pensare che eri strana. E che te ne sei andata perche l'ho voluto io, ma dove sei stanotte amore mio. Ho visto un grande ponte in riva a un grande mare, se uno lo attraversa non puo piu ritornare. Un cieco mi ha strillato di averti vista li ma io non posso credere che fossi proprio tu. Dobbiamo bere ancora, insieme tu ed io, ma dove sei stanotte amore mio. Seduto a un'osteria, un efebo sospetto, beveva vino rosso sporcandosi il colletto, ma mi hanno confidato che era Rodolfo Valentino. Voleva ritrovarti ubriacandosi di vino, ma l'han buttato fuori perche non credeva in Dio, ma dove sei stanotte amore mio. |
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2:08 | ||||
from Francesco De Gregori - Alice Non Lo Sa (2005)
Al di la dell'innocenza
e al di la della pieta, al di la delle emozioni e al di la della realta. Al di la dei lunghi inverni e del povero che chiama la tua poverta. Nasceranno bambini vestiti di cielo, suonatori di flauto. Al di la delle bottiglie che ti portano lontano, al di la della pazienza che ti fa morire piano. Al di la dei pomeriggi in cui fabbrichi il tuo mondo che ti tradira. Nasceranno bambini vestiti di cielo, suonatori di flauto. |
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3:25 | ||||
from Francesco De Gregori - Francesco De Gregori (1989)
Lei aveva tasche troppo strette
e otto, nove, dieci modi di vivere, forse aveva un cuore troppo grande e una strana maniera di sorridere. Lui aveva un grosso cervello e dei gerani proprio dove al strada si divide, lontano i campanili suonavano ma lui non se ne preoccupava. Ma questa non e casa mia, i ricordi si affollano in fretta e un libro cominciato la sera e gia dimenticato la mattina. "A Lupo, anima pura, perche non giuri piu sulla sua bambina". Il poeta in affari veniva da molto lontano con dei nastri colorati legati alla vita, la vide che vendeva giocattoli, le chiese "Cosa vuoi per una notte?". Lei non rispose, le parole erano neve, la piccola fiammiferaia presa dal gioco, si e rotta una mano sopra il filo spinato, rispose la signora, "Non ho niente da chiedere, se non le tue lacrime e tutto quel che hai". Ma questa non e casa mia, i ricordi si affollano in fretta e un libro cominciato la sera e gia dimenticato la mattina. "A Lupo, anima pura, perche non giuri piu sulla sua bambina". E si presero per mano nella notte stellata e piovosa e capirono che in fondo bastava non chiedersi ne l'anima ne il cuore ne niente di simile, soltanto quattro salti dove piu ti conviene. E vennero accerchiati da quaranta ladroni usciti dalla favola senza permesso, riuscirono a fuggire proprio a mezzanotte, senza colpo ferire, senza fare rumore, l'orologio batteva i suoi colpi, la Renault diventava una zucca. Ma questa non e casa mia, i ricordi si affollano in fretta e un libro cominciato la sera e gia dimenticato la mattina. "A Lupo, anima pura, perche non giuri piu sulla sua bambina". |
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2:16 | ||||
from Francesco De Gregori - Francesco De Gregori (1989)
Fiori falsi e sogni veri,
tra gli eroi della friggitoria Schantan. Grazie, ho gia mangiato ieri, un sorriso stasera bastera. Arlecchino e gia sul filo, la gente vuol vedere cosa fa. E il filo corre sopra la citta, e tutto il mondo e tutto qua. Dove vai? Quanti soldi ti hanno dato, quanti sogni e quanti anni? Dove vai? La tua cella e un po' piu stretta ma ti pagano di piu. Notte chiara, notte bella, sopra i libri non ti avevo letto mai. Mi hanno detto 'fermati', non mi hanno chiesto mica 'dove vai?'. Arlecchino e li sospeso ma il filo sotto i piedi non ce l'ha. E anche questo in fondo e liberta, e tutto il mondo e tutto qua. Dove vai? Quanti soldi ti hanno dato, quanti sogni e quanti anni. Dove vai? La tua cella e un po' piu stretta ma ti pagano di piu. |
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4:20 | ||||
from Francesco De Gregori - Francesco De Gregori (1989)
Bene, se mi dici che ci trovi anche dei fiori in questa storia, sono tuoi
ma e inutile cercarmi sotto il tavolo, ormai non ci sto piu ho preso qualche treno, qualche nave, qualche sogno, qualche tempo fa Ricordi che giocavo coi tuoi occhi nella stanza, e ti chiamavo mia, e inoltre la coperta all'uncinetto, c'era il soffio della tua pazzia e allora la tua faccia vietnamita ricordava tutto quel che ho. E adesso puoi richiuderti nel bagno a commentare le mie poesie pero stai attenta a tendermi la mano, perche il braccio non lo voglio piu mia madre e sempre li che si nasconde dietro i muri e non si trova mai e i fiori nella vasca sono tutto quel che resta e quel che manca, tutto quel che hai e puoi chiamarmi ancora amore mio E qualche volta aspettami sul ponte, i miei amici sono tutti la con lunghe sciarpe nere ed occhi chiari, hanno scelto la semplicita se Luigi si sporge verso l'acqua sono solo fatti suoi E ancora mille volte, mille anni, ci scommetto, mi ringrazierai per quel sorriso ladro e per i giochi, i mille giochi che sapevi gia e ancora mi dirai che non vuoi essere cambiata, che ti piaci come sei Pero non mi confondere con nienete e con nessuno, e vedrai... niente e nessuno ti confondera soltanto l'innocenza nei miei occhi, c'e ne gia meno di ieri, ma che male c'e le navi di Pierino erano carta di giornale, eppure vedi, sono andate via magari dove tu volevi andare ed io non ti ho portato mai e puoi chiamarmi ancora amore mio. |
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from Francesco De Gregori - Francesco De Gregori (1989)
Era mattino presto, e mi chiamano alla finestra
mi dicono "Francesco ti vogliono ammazzare". Io domando "Chi?", loro fanno "Cosa?". Insomma prendo tutto, e come San Giuseppe mi trovo a rotolare per le scale, cercando un altro Egitto. Di fuori tutto calmo, la strada era deserta mi dico 'meno male, e tutto uno scherzetto' sollevo gli occhi al cielo e vedo sopra un tetto mia madre inginocchiata in equilibrio su un camino, la strada adesso e piena di persone. Mia madre e qui vicino. Un uomo proprio all'angolo, vestito da poeta vende fotografie virate seppia, ricordo della terra prima della caduta e al posto del posto dove va il francobollo, c'e un buco per appenderlo; "Dove?", dico io "Intorno al collo", e adesso per la strada la gente come un fiume, il terzo reparto celere controlla; "Non c'e nessun motivo di essere nervosi" ti dicono agitando i loro sfollagente, e io dico "Non puo essere vero" e loro dicono "Non e piu vero niente". Lontano piu lontano degli occhi del tramonto mi domando come mai non ci sono bambini e l'ufficiale uncinato che mi segue da tempo mi indica col dito qualcosa da guardare le grandi gelaterie di lampone che fumano lente i bambini, i bambini sono tutti a volare Un amico d'infanzia, dopo questa canzone mi ha detto che "E bellissima, un incubo riuscito ma dimmi, sogni spesso le cose che hai scritto oppure le hai inventate solo per scandalizzarmi", amore amore, naviga via devo ancora svegliarmi. |
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from Francesco De Gregori - Francesco De Gregori (1989)
Chissa dove sei, perduta nella notte,
col tuo trucco infame e la tua giacca da bandito. Io ti ho aspettata all'ombra dei 'tuoi per come', col mio viso angelico percosso dai fatti. Chissa dove sei, perduta nei segni, con la tua sigaretta come una matita, e le tue speranze di vittoria. Io ti ho accettata come una bella calligrafia, un biglietto da visita e due occhi diversi. Puo accadere di tutto, puoi anche conquistare vari uomini bruni e misurarne l'aspetto, ma il mio indirizzo e "Via del sopracciglio destro" con rispetto parlando, e altre parti, altre parti di me. |
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3:39 | ||||
from Francesco De Gregori - Francesco De Gregori (1989)
Ieri ho incontrato la mia formica,
mi ha detto che sono pazzo. Io, con occhiaie profonde e un principio di intossicazione. Io non ricordo che occhi avevi, io non ricordo che occhi avevi l'ultima volta che ti ho insultato, l'ultima volta che ti ho lasciato, ma io sono stato, io sono stato, io sono stato dove tu mai. Dolce amore del Bahia, dolce amore del Bahia. Io, con le mani di giunco e la mia verginita. Io non ricordo che occhi avevi, io non ricordo che occhi avevi l'ultima volta che ti ho insultato, l'ultima volta che ti ho bloccato. Ma io sono stato, io sono stato dove tu mai. Ieri ho incontrato la mia formica, diceva che ero pazzo. Io, pazzo solo per gioco, o per niente e per nessuno. Io non ricordo che occhi avevi. Io non ricordo che occhi avevi l'ultima volta che ti ho insultato, l'ultima volta che ti ho incastrato, ma io sono stato, io sono stato dove tu mai. |
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from Francesco De Gregori - Francesco De Gregori (1989)
La luce della luna ci trovo sopra il tetto
E Pietro non parlava, e niente che rompeva La noia dell'attesa Solo il suono della pioggia che cadeva E lui, con la mano alla bottiglia Faceva I suoi discorsi da pazzo E un gallo si mise a suonare la sveglia Per quanto la notte fosse ancora ubriaca E Giuda fosse ancora un ragazzo E credo che fu in quel preciso momento Che venne da molto lontano un ricordo Qualcosa di simile a un pianto di madri E due angeli vestiti di bianco scescero con aria stupita E il vuoto nel cuore E aprimmo al pianto le finestre del dolore Seduti nella stanza con la bocca socchiusa Aggrappati alle nostre sigarette Aspettavamo l'alba senza troppo interesse Soltanto per avere una scusa E Anna, perduta sul divano Sembrava un bambino sconfitto E la sua amica giovane le dava la mano Ma Anna era troppo occupata a contare ricordi sul soffitto E credo che fu in quel preciso momento Che venne da molto lontano un ricordo Qualcosa di simile a un pianto di madri E due angeli vestiti di bianco scescero Con aria stupita e il vuoto nel cuore E aprimmo al pianto le finestre del dolore In fondo alla pianura una linea piu buia L'esercito degli uomini diversi Con gli occhi e la bocca pieni di sonno Aspettava in una buca di due metri E noi, dall'altra parte del concetto Con l'anima in fondo alle gavette Cacciavamo I pensieri come mosche mortali E il nostro cervello era bianco L'attacco era fissato per le sette E credo che fu in quel preciso momento Che venne da molto lontano un ricordo Qualcosa di simile a un pianto di madri E due angeli vestiti di bianco scescero Con aria stupita e il vuoto nel cuore E aprimmo al pianto le finestre del dolore |
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3:28 | ||||
from Francesco De Gregori - Francesco De Gregori (1989)
Oggi giorno di pioggia
Ma la gente e tranquilla Io sono figlio della gente Prendimi la mano dammela Cerchiamo di venire insieme La tua tessera e scaduta Grazie per l'invito si Stasera non ho voglia di vedere Gli incidenti stradali lungo il fiume Oggi giorno di pioggia ma la gente si muove Io sono figlio della pioggia La festa e stata magica Le ragazze han ballato Mi han coperto di lodi e di sorrisi La prossima vigilia di Natale avremo tutti partorito Potremo farne un'altra per allora A volte potrai avermi con un fiore A volte un fiore non ti bastera A volte penserai Di avermi chiuso in una stanza Dammi le tue chiavi dolci Voglio farne una copia Voglio scrivere una lunga poesia per le tue braccia |
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3:28 | ||||
from Francesco De Gregori - Francesco De Gregori (1989)
E una sera che il fiore mi pesa
e le stelle mantengono i loro segreti piu freddamente che mai guardo le mie povere cose una foto di Angela Davis muore lentamente sul muro e a me di lei non me n'e fregato niente mai e tutte queste informazioni di Vincent mi vanno intorno e non mi dicono perche e tutte queste informazioni di Vincent girano in tondo e non mi spiegano cos'e che muore. E stasera ho tradito gli affetti ho affittato i miei occhi a una banda di ladri vedo quel che vedono loro tu conosci mica qualcuno che e disposto a chiamarmi fratello senza avermi letto la mano amore mio voltati dall'altra parte e fai quello che Vincent non ti avrebbe detto mai quello che Vincent non ti insegnerebbe mai quello che Vincent non permetterebbe mai quello che Vincent non regolerebbe mai stasera. E a Parigi mi aspettano ancora c'e una stanza con bagno prenotata a mio nome la moquette sara piena di topi ieri alla televisione mi hanno detto di stare tranquillo non c'e nessuna ragione di aver paura non c'e proprio niente che non va. |
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3:08 | ||||
from Francesco De Gregori - Francesco De Gregori (1989)
Le stelle sono tante
milioni di milioni la luce dei lampioni si riflette sulla strada lucida seduto o non seduto faccio sempre la mia parte con l'anima in riserva e il cuore che non parte pero Giovanna io me la ricordo ma e un ricordo che vale dieci lire e non c'e niente da capire. Mia moglie ha molti uomini ognuno e una scommessa perduta la mattina nello specchio del caffe io amo le sue rughe ma lei non lo capisce ha un cuore da fornaio e forse mi tradisce pero Giovanna e stata la migliore ma e un ricordo che vale dieci lire e non c'e niente da capire. Se tu fossi di ghiaccio ed io fossi di neve che freddo amore mio pensaci bene far l'amore e giusto quel che dici ma i tuoi calci fanno male io non ti invidio niente e non ho niente di speciale ma se i tuoi occhi fossero ciliegie io non ci troverei niente da dire e non c'e niente da capire. E troppo tempo amore che noi giochiamo a scacchi mi dicono che stai vincendo e ridono da matti ma io non lo sapevo che era una partita posso dartela vinta e tenermi la mia vita pero se un giorno tornerai da queste parti riportami i miei occhi e il tuo fucile e non c'e niente da capire. |
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2:00 | ||||
from Francesco De Gregori - Francesco De Gregori (1989)
Niente luna questa sera,
niente gatti sopra il tetto, i miei sogni sono tutti rotolati sotto il letto e nel buio con la lingua conto i denti che mi restano. Domani che faro ragazza mia,dei tuoi pensieri magri? Sul campanile nevica, d'accordo, ma purtroppo ho solo una camicia e francamente non mi basta e faccio di mestiere il venditore di risate al circo che si tiene il lunedi, ragazza mia, ci andresti mai? E intanto conto i denti pero il conto non mi torna, ce ne e uno che mi manca e forse tu mi puoi aiutare. Per caso, non l'hai mica ritrovato a casa tua? Ero cosi distratto, amore mio, quando ti ho morso il cuore. |
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4:06 | ||||
from Francesco De Gregori - Scacchi E Tarocchi (1985)
Non mi ricordo se c'era luna,
e ne che occhi aveva il ragazzo, ma mi ricordo quel sapore in gola e l'odore del mare come uno schiaffo. A pa. E c'era Roma cosi lontana, e c'era Roma cosi vicina, e c'era quella luce che li chiama, come una stella mattutina. A pa. A pa. Tutto passa, il resto va. E voglio vivere come i gigli nei campi, come gli uccelli del cielo campare, e voglio vivere come i gigli dei campi, e sopra i gigli dei campi volare. |
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2:36 | ||||
from Francesco De Gregori - Scacchi E Tarocchi (1985)
Ciao ciao, andarmene e un peccato, pero ciao ciao.
Bella donna alla porta che mi saluti. E baci, abbracci e sputi, e io che sputo amore, io che non sputo mai. Ciao ciao, andarsene era scritto percio ciao ciao. Bella ragazza che non m'hai capito mai. Gia parte il treno, sventola il fazzoletto, amore mio, pero piangi di meno. Ciao ciao, ciao amore ciao, amore ciao. Guarda che belli fiori in quella citta. Ciao amore ciao, amore come va? Ciao amore, amore mio, amore ciao. Ciao ciao, guarda che belli i fiori in quella citta, che mai mi ha vinto e mai nemmeno mi vedra. Guarda che mare! Guarda che barche piccole che vanno a navigare. |
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3:03 | ||||
from Francesco De Gregori - Scacchi E Tarocchi (1985)
I cowboys vanno a cavallo per i canyons della vita,
la loro gloria e una cintura d'oro e una fibbia arrugginita. Il deserto e la loro stella, la loro stella non ha famiglia, e il futuro per loro non ha mattino, il loro vino non ha bottiglia. Il deserto e la loro stella, la loro stella fa che non tramonti, e il futuro per loro e una cosa bella, che quando arriva ci si fanno i conti. I cowboys sono animali veloci, quando ritornano gia vanno via, le loro strade non hanno incroci, la loro vita e una ferrovia. Che quando riparte il treno, tutti armati fino ai denti. Ti salutano coi fucili, a cavalcioni dei respingenti. I cowboys vanno a cavallo, nell'Arizona dei nostri cuori. Non hanno figli e non hanno padri, non hanno armi e non hanno amori. All'avventura vanno da soli, cosi si perdono raramente. Sono cuori nella deriva, sono anime nella corrente. E quando ritorna il treno che e sera, e il futuro si fa presente, prima dei cowboys chissa se c'era, ma dopo i cowboys non c'e piu niente. |
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2:31 | ||||
from Francesco De Gregori - Scacchi E Tarocchi (1985)
La storia siamo noi
nessuno si senta un fesso siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo la storia siamo noi, attenzione nessuno si senta escluso La storia siamo noi siamo noi queste onde nel mare questo rumore che rompe il silenzio questo silenzio cosi duro da raccontare E poi ti dicono: "Tutti sono uguali tutti rubano nella stessa maniera" ma e solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera Pero la storia non si ferma davvero davanti ad un portone la storia entra dentro le stanze e le brucia la storia da torto o da ragione la storia siamo noi siamo noi che scriviamo le lettere siamo noi che abbiamo tutto da vincere o tutto da perdere E poi la gente perche e la gente che fa la storia quando si tratta di scegliere e di andare te la ritrovi tutta con gli occhi aperti che sanno benissimo cosa fare Quelli che hanno letto un milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare ed e per questo che la storia da i brividi perche nessuno la puo cambiare La storia siamo noi siamo noi padri e figli siamo noi, Bella Ciao che partiamo la storia non ha nascondigli la storia non passa la mano la storia siamo noi ... siamo noi questo piatto di grano |
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from Francesco De Gregori - Scacchi E Tarocchi (1985)
Venezia sta sull'acqua, manda cattivo odore,
la radio e i giornalisti dicono sempre "Venezia muore". Cadono tutte le stelle, si spengono ad una ad una, e sembrano caramelle che si sciolgono nella laguna. Cadono tutte le stelle e tu lasciale cadere, lascia che si nascondano se non le vuoi vedere. Venezia sta sull'acqua e piano piano muore, il cielo sopra le fabbriche cambia colore, le nuvole sono fumo sopra Marghera, dove non c'e nessuno, nessuno esce la sera, mentre al Lido davanti al Cinema pastori ed operai, fanno a gara su quelle gondole che non avevano preso mai. E navigano fino all'Africa senza motore, fino a che finisce il Cinema e ricomincia il rumore. Venezia sta sull'acqua e muore piano piano, un uomo sotto il cappotto nasconde un coltello e un geranio. Galleggiano i nostri cuori come isole per la via, Venezia luogo comune della malinconia. |
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from Francesco De Gregori - Scacchi E Tarocchi (1985)
Mi fa male una gamba, la schiena e una carcassa,
ho una bestia alla gola, che cammina e non passa. Ho le stelle negli occhi, me le sento scoppiare, ferite sui ginocchi e ho voglia di pregare. Piccoli dolori, che vivono dentro ai cuori, non vogliono dottori. Piccoli dolori. Scusate se ho fretta, ma devo scappare, ho dei cani alla testa, stanno per abbaiare. L'inferno nello stomaco, e nelle orecchie il rumore, e da qualche altra parte qualche altro dolore. Passano ad uno ad uno, tutti i miei vizi in croce, e ti vorrei parlare, ma ho perduto la voce. Piccoli dolori, che passano nei nostri cuori. Commessi viaggiatori. Piccoli dolori, piccoli dolori. Non riesco a dormire ma non posso svegliarmi. Ho la notte alla finestra e continuo a girarmi. Ho un vuoto nel futuro, un morso nella memoria. Cicala nel cervello, granchio fra le lenzuola. Piccoli dolori che scavano dentro ai cuori. Non serbano rancori, piccoli dolori. Piccoli dolori, passano piano piano, fanno ciao con la mano, piccoli dolori. |
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from Francesco De Gregori - Scacchi E Tarocchi (1985)
Vanno a due a due i poeti,
verso chissa che luna, amano molte cose, forse nessuna. Alcuni sono ipocriti e gelosi come gatti, scrivono versi apocrifi, faticosi e sciatti. Sognano di vittorie e premi letterari, pugnalano alle spalle gli amici piu cari. Quando ne trovano uno ubriaco in un fosso, per salvargli la vita gli tirano addosso. Pero quando si impegnano lo fanno veramente, convinti come sono di servire alla gente. E firmano grandi appelli per la guerra e la fame. Vecchi mosconi ipocriti, vecchie puttane. Vanno a due a due i poeti e poi ritornano quasi sempre, come gli alberi di Natale quando arriva dicembre. Si specchiano nelle vetrine dentro ai loro successi, poveri poeti soliti, quasi sempre gli stessi. Pero l'avvenimento, il piu sensazionale, e quando in televisione li vedi arrivare. Profetici e poetici, sportivi ed eleganti, pubblicare loro stessi come fanno i cantanti. Vanno a due a due i poeti, traversano le nostre stagioni, e passano poeti brutti e poeti buoni. Ma quando fra tanti poeti ne trovi uno vero, e come partire lontano, come viaggiare davvero. |
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4:46 | ||||
from Francesco De Gregori - Scacchi E Tarocchi (1985)
Venivano da lontano, avevano occhi e cani,
avevano stellette, e paura. Erano tre, erano quattro, erano piu di ventiquattro, erano il sale della terra. Erano il fuoco e la guerra, erano il segno della croce, erano cani senza voce, erano denti. Erano denti senza bocca, erano fuoco che scotta, erano al vita che rintocca. Erano tre, erano quattro, avevano sassi, avevano cuori. Avevano parrucche e occhiali, e pistole a tamburi e silenziatori. Avevano linguaggio e chitarre e da dietro le sbarre ridevano e pure parlavano. Avevano alcuni moglie e figli che da dietro un vetro li salutavano. Avevano certo dei mandanti ed erano tanti, senza ne viso ne nome e senza prove. Alcuni sapevano tutto e tutto ricordavano, e andavano, ma non dicevano dove. Altri giuravano e spergiuravano e tutto confessavano, nome e cognome. Tutti sapevano tutto di tutti, perfino il numero, ma non dicevano come. Venivano da lontano, avevano occhi e cani, avevano stellette e guanti, e paura. Erano tre, erano quattro, erano piu di ventiquattro, erano dieci, o diecimila. Erano bocca e occhi, scacchi e tarocchi, erano occhi e brace. Erano giovani e forti, erano giovani vite, dentro una fornace. |
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from Francesco De Gregori - Scacchi E Tarocchi (1985)
Sotto le stelle del Messico a trapanar,
nelle miniere di petrolio a dimenticar, e nelle sere quando scende la sera andar. Sotto le stelle del Messico a trapanr. Sotto la luna dei tropici a innamorar, dentro le ascelle dei poveri a respirar, sul pavimento dei treni a vomitar e quando arriva lo sciopero a scioperar. E quando arriva la musica a emozionar, e quando arrivan le femmine a immaginar e intanto arrivano i treni e si va si va. Sotto le stelle del Messico a passeggiar. E quando arrabbiano i diavoli a spaventar, e quando tornano gli angeli a ringraziar, e quando suona l'armonica a festeggiar, e quando torna domenica a lavorar. Sotto le stelle del Messico a ritornar, e quando arriva le nuvole a rincasar, e quando piove nel fango a transumanar. Sotto le stelle del Messico a naufragar. |
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from Francesco De Gregori - Scacchi E Tarocchi (1985)
Vennero a galla finalmente alcuni cordiandoli di allegria
e certe note dell'orchestra che i pesci non vollero portare via. Erano belle quelle note, che pure il mare le perdono e si arenarono una mattina nella spiaggia di New York. Scusate ma del Titanic ancora vi devo parlare, e delle cose rimaste a galla sull'azzurrissimo mare. Delle risate e delle preghiere, dell'incredibile esplosione, delle notizie arrivate a terra, poche notizie e nemmeno buone. Erano belle, erano tonde, e rotolavano sulle onde, come le note che ho detto prima, insieme al nome di una bambina. Senza nessuna mediazione, praticamente senza padrone, si costruivano in sinfonia, e intanto il mare le portava via. Si disse infatti che la nave viaggiava ancora in buona salute e che le vite, le vite umane, no, non erano perdute. Erano belle, erano tante, e poi nessuno le reclamava, insieme al nome della bambina e di suo padre che la chiamava. |
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from Francesco De Gregori - La Donna Cannone (1983)
Adesso finalmente e fuori,
libero come una bandiera al vento, agli amici di un tempo mandera certamente una cartolina, magari da Pisa, Torino, Milano. Adesso puo vendere, comprare, farsi una donna se vuole. Anche affittare una stanza con vista sul mare. nessuno lo puo condannare per quel poco di voglia rimasta di fare l'amore. Come un cane nella pioggia quest'uomo se ne va, voglia di piangere e poco davanti a tutta questa liberta. Certo comprera un autocarro per girare la Francia e il mondo intero, come quel suo fratello camionista, contento del suo lavoro. Come un cane nella pioggia felice, per le strade di quasi Natale, freddo quel tanto che basta, nessuno da salutare. Ordina un caffe corretto, tossisce discreto... |
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from Francesco De Gregori - La Donna Cannone (1983) | |||||
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from Francesco De Gregori - La Donna Cannone (1983) | |||||
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from Francesco De Gregori - La Donna Cannone (1983)
Buttero questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno
giuro che lo faro e oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volero Quando la donna cannone d'oro e d'argento diventera senza passare per la stazione l'ultimo treno prendera. In faccia ai maligni e ai superbi il mio nome scintillera dalle porte della notte il giorno si blocchera un applauso del pubblico pagante lo sottolineera e dalla bocca del cannone una canzone suonera. E con le mani amore per le mani ti prendero e senza dire parole nel mio cuore ti portero. E non avro paura se non saro bella come dici tu ma voleremo in cielo in carne e ossa non torneremo piu. E senza fame senza sete e senza ali senza rete voleremo via. Cosi la donna cannone quell'enorme mistero volo tutta sola verso un cielo nero nero s'incammino. Tutti chiusero gli occhi nell'attimo esatto in cui spari altri giurarono e spergiurarono che non erano mai stati li. E con le mani amore per le mani ti prendero e senza dire parole nel mio cuore ti portero. E non avro' paura se non saro bella come vuoi tu ma voleremo in cielo in carne e ossa non torneremo piu. E senza fame senza sete e senza aria senza rete voleremo via. |
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from Francesco De Gregori - La Donna Cannone (1983) | |||||
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from Francesco De Gregori - Rimmel (1975)
Buonanotte, buonanotte amore mio
buonanotte tra il telefono e il cielo ti ringrazio per avermi stupito e per avermi giurato che e vero il granturco nei campi e maturo ed ho tanto bisogno di te la coperta e gelata e l'estate e finita buonanotte, questa notte e per te Buonanotte, buonanotte fiorellino buonanotte tra le stelle e la stanza per sognarti devo averti vicino e vicino non e ancora abbastanza ora un raggio di sole si e fermato proprio sopra il mio biglietto scaduto tra i tuoi fiocchi di neve e le tue foglie di te buonanotte, questa notte e per te Buonanotte, buonanotte monetina buonanotte tra il mare e la pioggia la tristezza passera domattina e l'anello restera sulla spiaggia gli uccellini nel vento non si fanno mai male hanno ali piu grandi di me e dall'alba al tramonto sono soli nel sole buonanotte, questa notte e per te |
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from Francesco De Gregori - Rimmel (1975)
Il signor Hood era un galantuomo,
sempre ispirato dal sole, con due pistole caricate a salve e un canestro di parole, con due pistole caricate a salve e un canestro pieno di parole. E che fosse un bandito negare non si puo, pero non era il solo, e che fosse un bandito negare non si puo. E sulla strada di Pescara venne assalito dai parenti ingordi e scarico le sue pistole in aria e regalo le sue parole ai sordi e scarico le sue pistole in aria e regalo le sue parole ai sordi. E qualcuno ha pensato che forse e morto li pero non era vero, e qualcuno ha pensato che forse e morto li. E adesso anche quando piove, lo vedi sempre con le spalle al sole, con un canestro di parole nuove calpestare nuove aiuole, con un canestro di parole nuove calpestare nuove aiuole. E tutti lo chiamavano Signor Hood ma il suo vero nome era spina di pesce, e tutti lo chiamavano Signor Hood. |
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from Francesco De Gregori - Rimmel (1975)
Mio padre ha una storia comune,
condivisa dalle sue generazioni, la mascella nel cortile parlava, troppi morti lo hanno tradito, tutta gente che aveva capito. E il bambino nel cortile sta giocando, tira sassi nel cielo e nel mare, ogni volta che colpisce una stella chiude gli occhi e si mette a volare, chiude gli occhi e si mette a volare. E i cavalli a Salo sono morti di noia, a giocare col nero perdi sempre, Mussolini ha scritto anche poesie, i poeti che brutte creature, ogni volta che parlano e una truffa. Ma mio padre e un ragazzo tranquillo, la mattina legge molti giornali, e convinto di avere delle idee. E suo figlio e una nave pirata, e suo figlio e una nave pirata. E anche adesso e rimasta una scritta nera, sopra il muro davanti a casa mia. Dice che il movimento vincera; il gran capo ha la faccia serena, la cravatta intonata alla camicia. Ma il bambino nel cortile si e fermato, si e stancato di seguire aquiloni, si e seduto tra i ricordi vicini, rumori lontani, guarda il muro e si guarda le mani, guarda il muro la e si guarda le mani. |
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from Francesco De Gregori - Rimmel (1975)
Mio padre seppellito un anno fa,
nessuno piu coltivare la vite. Verde rame sulle sue poche unghie e troppi figli da cullare. E il treno io l'ho preso e ho fatto bene. Spago sulla mia valigia non ce n'era, solo un po d'amore la teneva insieme, solo un po di rancore la teneva insieme. Il collega spagnolo non sente, non vede, ma parla del suo gallo da battaglia e della latteria. Diventa terra. Prima parlava strano ed io non lo capivo, pero il pane con lui lo dividevo e il padrone non sembrava poi cattivo. Hanno pagato Pablo, Pablo e vivo. Con le mani posso fare castelli, costruire autostrade, parlare con Pablo, lui conosce le donne e tradisce la moglie. Con le donne e il vino e la Svizzera verde. E se un giorno e caduto, e caduto per caso pensando al suo gallo o alla moglie ingrassata come da foto. Prima parlava strano ma io non lo capivo, pero il fumo con lui lo dividevo e il padrone non sembrava poi cattivo. Hanno ammazzato Pablo, Pablo e vivo. |
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from Francesco De Gregori - Rimmel (1975)
L'uomo che cammina sui pezzi di vetro
Dicono ha due anime e un sesso di ramo duro in cuore E una luna e dei fuochi alle spalle mentre balla e balla Sotto l'angolo retto di una stella Niente a che vedere col circo Ne acrobati ne mangiatori di fuoco Piuttosto un santo a piedi nudi Quando vedi che non si taglia, gia lo sai Ti potresti innamorare di lui Forse sei gia innamorata di lui Cosa importa se ha vent'anni E nelle pieghe della mano Una linea che gira e lui risponde serio "E mia"; sottindente la vita E la fine del discorso la conosci gia Era acqua corrente un po di tempo fa che ora si e fermata qua Non conosce paura l'uomo che salta E vince sui vetri e spezza bottiglie e ride e sorride Perche ferirsi non e impossibile Morire meno che mai e poi mai Insieme visitata e la notte che dicono ha due anime E un letto e un tetto di capanna utile e dolce Come ombrello teso tra la terra e il cielo Lui ti offre la sua ultima carta Il suo ultimo prezioso tentativo di stupire Quando dice "E quattro giorni che ti amo Ti prego, non andare via, non lasciarmi ferito" E non hai capito ancora come mai Mi hai lasciato in un minuto tutto quel che hai Pero stai bene dove stai. Pero stai bene dove stai |
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from Francesco De Gregori - Rimmel (1975)
Uno scudo bianco in campo azzurro,
e la sua fotografia, chiunque lo conosca bene puo chiamarlo senza offesa uomo di poca malinconia. E un pianista di piano bar, vende a tutti quel che fa non sperare di farlo piangere, perche piangere non sa. Nella punta delle dita poco jazz, poche ombre nella vita. Solo un pianista di piano bar e suonera finche lo vuoi sentire non ti deludera, solo un pianista di piano bar e cantera finche lo vuoi sentire non ti disturbera. Questo strano tipo di bambina, vuole la compagnia, la risata forte e l'amicizia a cena, ama se stesso senza allegria. E un pianista di piano bar, vende a tutti quel che fa non sperare di farlo piangere, perche piangere non sa. Nella punta delle dita poco jazz, poche ombre nella vita. Solo un pianista di piano bar e suonera finche lo vuoi sentire non ti disturbera, solo un pianista di piano bar e cantera finche lo vuoi sentire non ti deludera. |
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from Francesco De Gregori - Rimmel (1975)
Mi metto in tasca una piccola mela,
mi metto in tasca una piccola mela. Ti legassero in piazza con chiodi e catene se davvero non sei sincera. La figlia del dottore e una maestrina, la figlia del dottore e una maestrina. E conosce a memoria tutti i libri di Omero, li ripassa tre volte la mattina. Mi metto in tasca un piccolo fiore, mi metto in tasca un piccolo fiore. Ti legassero stretta alla quercia piu vecchia, se davvero non vuoi il mio cuore. La figlia del dottore sa cantare, la figlia del dottore sa cantare. E mi piace poi tanto quel suo modo di fare, forse un giorno faremo l'amore. |
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from Francesco De Gregori - Rimmel (1975)
Quattro cani per strada.
Il primo e un cane di guerra e nella bocca ossi non ha e nemmeno violenza. Vive addosso ai muri e non parla mai, vive addosso ai muri e non parla mai. Il secondo e un bastardo che conosce la fame e la tranquillita ed il piede dell'uomo e la strada. Ogni volta che muore gli rinasce la coda. E il terzo e una cagna, quasi sempre si nega, qualche volta si da e semina i figli nel mondo. Perche e del mondo che sono figli, i figli. Quattro cani per strada e la strada e gia piazza e la sera e gia notte. Se ci fosse la luna, se ci fosse la luna si potrebbe cantare. Il quarto ha un padrone, non sa dove andare, comunque ci va, va dietro ai fratelli e si fida. Ogni tanto si ferma a annusare la vita, la vita. Quattro cani per strada e la strada e gia piazza e la sera e gia notte. Se ci fosse la luna, se ci fosse la luna si potrebbe cantare. Si potrebbe cantare. |
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from Francesco De Gregori - Rimmel (1975)
E qualcosa rimane,
fra le pagine chiare e le pagine scure, e cancello il tuo nome dalla mia facciata e confondo i miei alibi e le tue ragioni, i miei alibi e le tue ragioni. Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente ma e uno zingaro e un trucco. E un futuro invadente, fossi stato un po' piu giovane, l'avrei distrutto con la fantasia, l'avrei stracciato con la fantasia. Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo e la mia faccia sovrapporla a quella di chissa chi altro ancora. I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo, li puoi nascondere o giocare come vuoi o farli rimanere buoni amici come noi. Santa voglia di vivere e dolce Venere di Rimmel. Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi se per caso avevi ancora quella foto in cui tu sorridevi e non guardavi. Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona e quando io, senza capire, ho detto si. Hai detto "E' tutto quel che hai di me". E tutto quel che ho di te. Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo e la mia faccia sovrapporla a quella di chissa chi altro ancora. I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo, li puoi nascondere o giocare come vuoi o farli rimanere buoni amici come noi. |