Disc 1 | ||||||
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1. |
| 3:35 | ||||
A te solo Buon Signore
Si confanno gloria e onore A Te ogni laude et benedizione A Te solo si confanno Che l'altissimo Tu sei E null'omo degno e Te mentovare. Si laudato Mio Signore Con le Tue creature Specialmente Frate Sole E la sua luce. Tu ci illumini di lui Che e bellezza e splendore Di Te Altissimo Signore Porta il segno. Si laudato Mio Signore Per sorelle Luna e Stelle Che Tu in cielo le hai formate Chiare e belle. Si laudato per Frate Vento Aria, nuvole e maltempo Che alle Tue creature dan sostentamento. Si laudato Mio Signore Per sorella nostra Acqua Ella e casta, molto utile E preziosa. Si laudato per Frate Foco Che ci illumina la notte Ed e bello, giocondo E robusto e forte. Si laudato Mio Signore Per la nostra Madre Terra Ella e che ci sostenta E ci governa Si laudato Mio Signore Vari frutti lei produce Molti fiori coloriti E verde l'erba. Si laudato per coloro Che perdonano per il Tuo amore Sopportando infermita E tribolazione E beati sian coloro Che cammineranno in pace Che da Te Buon Signore Avran corona. Si laudato Mio Signore Per la Morte Corporale Che da lei nesun che vive Puo scappare E beati saran quelli nella Tua volonta che Sorella Morte non gli fara male |
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2. |
| 5:25 | ||||
Frate Francesco parti una volta per oltremare
Fino alle terre di Babilonia a predicare, coi suoi compagni sulla via dei Saracini furono presi e bastonati, i poverini! Frate Francesco parlo E cosi bene predico Che il Gran Sultano ascolto E molto lo ammiro, lo libero dalle catene… cosi Francesco parti per Babilonia a predicare. Frate Francesco si fermo per riposare Ed una donna gli si volle avvicinare, bello il suo volto ma velenoso il suo cuore, con il suo corpo lo invitava a peccare. Frate Francesco parlo: “Con te io pecchero” Nel fuoco si distese, le braccia a lei protese. Lei si penti, si converti… cosi Francesco parti per Babilonia a predicare |
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3. |
| 3:58 | ||||
Francesco a quel tempo in Gubbio viveva
E sulle vie del contado Apparve un lupo feroce Che uomini e bestie straziava E di affrontarlo nessuno piu ardiva. Di quella gente Francesco ebbe pena, della loro umana paura, prese il cammino cercando il luogo dove il lupo viveva ed arma con se lui non portava. Quando alla fine il lupo trovo Quello incontro si fece, minaccioso, Francesco lo fermo e levando la mano: ”Tu Frate Lupo, sei ladro e assassino, su questa terra portasti paura. Fra te e questa gente io mettero pace, il male sara perdonato da loro per sempre avrai cibo e mai piu nella vita avrai fame che piu del lupo fa l’Inferno paura!”. Raccontano che cosi Francesco parlo E su quella terra mise pace E negli anni a venire del lupo Piu nessuno pati. “Tu Frate Lupo, sei ladro e assassino ma piu del lupo fa l’Inferno paura!”. |
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4. |
| 3:06 | ||||
Audite poverelle, dal Signor vocate
Ke de multe parte et provincie Sete adunate, Audite poverelle, dal Signor vocate Vivate sempre en veritate Ke in obedientia moriate. Non guardate alla vita fora Quella dello spirito e migliora Ve prego per grande amore Che in poverta viviate. Quelle che son d’infermita gravate E l’altre che son fatigate Ciascuna lo sostenga in pace E sera in Cielo coronata. |
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5. |
| 4:42 | ||||
6. |
| 4:02 | ||||
Villa era un bambino ed era muto,
si voto a Francesco e si sveglio cantando. Il giovane Mancino era in punto di morte, di Francesco chiamo il nome e fu guarito. Il mendicante Bartolomeo All’ombra di un noce si era addormentato, quando si desto che piu non camminava, per grazia di Francesco fu guarito. La povera Sibilla era cieca e triste, Bonomo di Fano era lebbroso, la bella Ubertina soffriva il mal caduco, nel nome di Francesco furono guariti. Ed a Foligno il buon Nicolo, straziato dal dolore che piu non sopportava, si voto a Francesco e con le sue gambe ed il cuor contento a casa fece ritorno. Un bambino a Capua cadde nel fiume, alla vita ritorno che era gia morto. Un giovane di Sessa fu travolto da un muro Ma Francesco lo sveglio prima dell’alba. Maria di Gagliano che aveva sete Trovo una fonte che era prodigiosa. Una donna di Narni che era indemoniata Nel segno della croce fu liberata. Per le febbri ardeva Gualtiero d’Arezzo A Francesco fece voto e fu guarito. Ed un figlio maschio ebbe Giuliana Che di malinconia si consumava. In terra di Spagna a San Facondo Un grande ciliegio si era inaridito, la gente del paese lo affido a Francesco e, fiorito, a Primavera stupiva il mondo. |
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7. |
| 3:49 | ||||
Alle paludi di Venezia poi Francesco arrivo
E in compagnia di un altro frate Le attraverso? Fu tornando dall'Oriente Che in quel luogo si fermo, venne la sera e tempo fu di pregare. Stormi di uccelli neri Sui rami stavano Ad alta voce cantando? Pareva che quel fragore Fosse a lode Del loro Creatore. Cosi Francesco in quelle paludi Con gli uccelli volle pregare Ed in mezzo a quella folla Si incammino? Svaniva tra quelle grida L'eco dei suoi passi, la voce della sua preghiera? "Vi prego di volere tacere" Ed il silenzio sulle paludi calo. E nessuno piu canto Sinche Francesco smise di pregare E se ne ando? |
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8. |
| 3:31 | ||||
Come agnelli in mezzo ai lupi
Io vi mando… Con candore di colomba, con l’astuzia del serpente e non portate borsa ne mantello ne calzari e non portate pane ne bastone ne denaro. Lascerete il padre, la madre ed i fratelli, lascerete i figli, le vostre case e i campi. Non cercate il lusso delle vesti In questo mondo, amatevi l’un l’altro, tra voi ditevi fratelli. Per servire voi veniste, polvere il denaro, accogliete nella gioia l’uomo che a voi venga, sia l’amico che il nemico, il ladro ed il brigante. Nulla vi trattenga, vi divida, vi separi. |
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9. |
| 4:33 | ||||
Era il tempo dell’Inverno ormai
E Francesco Perugina lascio Con Leone camminava Ed un vento freddo li gelava. E Francesco nel silenzio Alle spalle di Leone chiamo: “Puo essere santa la tua vita, sappi che non e letizia, puoi sanare i ciechi e caciare i demoni dare vita ai morti e parole ai muti, puoi sapere il corso delle stelle, sappi che non e letizia. Quando a Santa Maria si arrivera E la porta non si aprira, tormentati dalla fame, nella pioggia a bagnarci staremo, sopportare il male senza mormorare, con pazienza e gioia saper sopportare. Aver vinto su te stesso Sappi, questa e letizia. |
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10. |
| 5:35 | ||||
Ancora non era notte,
il Sabato dopo i Vespri Frate Francesco chino il capo Ed al Signore torno. L’anima sua come luce Oltre le nubi si levo Come una nave sulle acque Nella gloria dei cieli entro Ed al calar delle ombre Vennero le allodole cantando, sopra le case roteando stettero a lungo gridando. Ancora non era notte, il Sabato dopo i Vespri compiuto in lui ogni mistero Frate Francesco spiro. |
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11. |
| 3:14 | ||||
Giorno e notte ho gridato,
Giorno e notte ti ho cercato, ora guardami, soccorrimi, che nessuno piu mi aiuta. Nella mia umiliazione, la mia immensa confusione, chi con me si rattristasse invano io cercai, senza trovare… Io, straniero ai miei fratelli, pellegrino per mia madre, ho guardato ma non c'era chi potesse consolarmi… tu conosci i miei sentieri, ora veglia in mia difesa, sono stato calpestato, che il tuo aiuto non mi manchi… La mia voce ha gridato, la mia voce ha supplicato, nella polvere giacevo ma tu hai preso la mia mano, mio Signore! |